Una mitezza mirabile – Sir 7, 1-13 – Mc 10, 13-16

Mc 10, 13-16 – L’amore ai bambini

Mc 10, 13-16 – Gesù e i bambini

Martina Franca, 17.5.1992

IL MESSAGGIO DELLA MADONNA DI FATIMA: 

OGNI PECCATO OFFENDE DIO,

MA NON RESTA IMPUNITO

“Figlio, non ti impigliare nel peccato, perché neppure di uno resterai impunito” 

(Sir 7,8).

La Madonna a Fatima si fece vedere come la Vergine dei misteri gaudiosi, infatti ai tre pastorelli apparve la Santa Famiglia: Gesù, Giuseppe e Maria; come la Vergine dei misteri dolorosi, infatti apparve come Addolorata; e come la Vergine  dei misteri gloriosi, infatti si fece vedere come la Madonna del Carmelo, che è chiamata anche la Madonna del Rosario.

I. di che cosa è preoccupata la Vergine

La Vergine è preoccupata  di due cose: di Dio, che è offeso ed è triste per il peccato degli uomini; degli uomini, suoi figli, che soffrono  e si perdono per il peccato che commettono.

  1. La Vergine è preoccupata di Dio che è offeso ed è triste per il peccato degli uomini

La Vergine vorrebbe vedere nella gioia il suo Figlio Gesù,  che avendo un corpo può manifestare  i suoi sentimenti di tristezza.

Il Cristo è risuscitato ed ora sta in cielo col corpo. La Vergine lo vede triste, perché è offeso dal peccato degli uomini. La Vergine è preoccupata perché Dio è offeso dai miei peccati. Non devo soffermarmi perciò sul peccato degli uomini, ma sui miei peccati.

Ho fatto il mio esame di coscienza  e ho visto i miei peccati, che offendono il mio Dio e lo rendono triste. Oggi io vorrei  che voi non pensaste al peccato degli uomini, ma al vostro peccato, e lo analizzaste.

Pensate ai vostri peccati: non pregare, arrabbiarsi, non essere fedeli ai propri doveri, non comprendere gli altri, non fare bene l’apostolato, non preoccuparsi che si dilati il Regno di Dio, non preoccuparsi delle vocazioni, dell’ubbidienza, della purezza, della povertà. Esaminatevi sui vostri rapporti con i familiari, con gli estranei, con gli amici, con i nemici. 

  1. La Vergine è preoccupata degli uomini, suoi figli, che soffrono e si perdono per il peccato che commettono

Noi siamo stati consegnati  da Cristo, dalla Croce, sul Calvario, alla Vergine come suoi figli.

La Vergine vede che i suoi figli soffrono sulla terra e si perdono per il peccato che commettono.

La Vergine Santa si trova in mezzo, tra Dio e gli uomini, vede il Cristo, Figlio di Dio e Figlio suo, nella tristezza e quindi partecipa di questa  sua tristezza; ma, nel medesimo tempo  è anche mamma degli uomini, perché tutti siamo suoi figli, e vede che  battiamo una strada sbagliata  che non ci può portare la gioia e la serenità, perché pecchiamo. Se questa strada portasse la gioia  e la serenità, sarebbe stato lo stesso Dio a dirci: Puoi bestemmiare! Puoi non santificare  il giorno di festa! Puoi non onorare  tuo padre e tua madre! Puoi uccidere! Invece Dio, dandoci i dieci comandamenti, ci ha detto: Se non li osservi soffrirai sulla terra e dopo la morte andrai  all’inferno.

La Madonna soffre vedendo che i suoi figli, che potrebbero essere salvati perché hanno la salvezza  a portata di mano, non si salvano  in quanto sono legati al loro peccato, vogliono commetterlo e continuare a battere la strada sbagliata, che Dio ha comandato di non percorrere.

Io ho fatto questo esame di coscienza e mi sono chiesto: Io, sulla terra, ho come la Madonna questa visione d’insieme di Dio e degli uomini? Sono veramente preoccupato della tristezza di Gesù? Sono veramente preoccupato dei peccati che si commettono sulla

terra? Sono veramente preoccupato che gli uomini vanno all’inferno o sono preoccupato di altri problemi?

Se debbo dire la verità, sono preoccupato di altri problemi, ma non del problema della tristezza di Gesù; né sono preoccupato che gli uomini, peccando, vanno all’inferno o che io, peccando andrò all’inferno.

Sono preoccupato di vivere la vita di questa terra nel migliore dei modi, per godere degli spiccioli che Dio mi dà, senza preoccuparmi né di Dio, né del peccato, né degli uomini che si perdono. Quindi non mi preoccupo dei miei fratelli, perché dico: Ci pensa Dio con la sua grande misericordia! Di questi problemi di cui si preoccupa la Vergine, io non mi preoccupo. Adesso chiedo a voi: Di che cosa siete preoccupate? Di questi grandi problemi che ha Dio e di cui è preoccupato? Di questi grandi problemi che ha la Vergine santa  e di cui è veramente  preoccupata? O di altri problemi?

Alcune mie figlie ancora non hanno capito che prima c’è Dio e poi ci sono gli uomini! Quando mi chiedete dei permessi, io ve li do sempre, perché dovete essere voi a dare il primo posto a Dio, non l’ubbidienza.

San Francesco ha impostato la sua vita sui problemi fondamentali di cui è preoccupato Dio e di cui è preoccupata la Vergine.

Egli teneva sempre presente che il peccato offende Dio e lo rende triste, e faceva penitenza per ripararlo e per rendere felice e gioioso il suo Dio.

San Francesco era preoccupato che gli uomini non commettessero il peccato, affinchè non si perdessero eternamente. Ecco perché la sua azione apostolica era tutta fondata sulla penitenza e sulla preghiera.

San Francesco diceva sempre a chi l’avvicinava: Togliti il peccato! Confessati, prima di chiedere il miracolo! Chiedi il miracolo della conversione dell’anima, convertiti! Lascia questa vita di peccato!

La Vergine è preoccupata del Dio offeso e degli uomini che vanno all’inferno. San Francesco era preoccupato  del Dio offeso e riparava, e degli uomini che andavano all’inferno e faceva di tutto perché non vi andassero. Tu, di che cosa sei preoccupata?

La visione che la Madonna ha della vita dovrebbe essere anche la nostra visione.

ii. il signore è offeso da tanti peccati

Il Signore è offeso dagli uomini suoi figli, che commettono tanti peccati.

1. Il peccato è offesa del Signore

La Sacra Scrittura per farci capire la gravità del peccato dice che il peccato dell’uomo ha messo in croce il Cristo, che il peccato rinnova la passione e morte del Cristo.

Per farci capire  questo concetto la Chiesa ci dice: Gesù sta sudando  sangue nel Getsemani, perché tu, proprio tu, con quel tuo peccato lo stai facendo sudare sangue. È tanta la sofferenza che il Signore Gesù sente per il tuo peccato, che sta dicendo al Padre: “Padre, se vuoi allontana da me questo calice” (Lc 22,42 ).

Però poi aggiunge: «Padre, mi metto io al posto suo, ma lascialo andare libero per le vie del mondo a godere la vita».

L’espressione che usa San Paolo è la seguente: “Dio ci ha riconciliato, per mezzo del Cristo, il qua1e, pur non avendo peccato, Dio lo trattò da peccato, per salvare noi, per riconciliare noi col Padre”(cfr. 2Cor 5, 18-21).

Il Cristo, pur non avendo peccato, pur non avendo conosciuto il peccato, è stato trattato da peccato. Era il peccato in persona.

La Chiesa per farci capire che il peccato è un’offesa a Dio, ci ha detto: Tu col peccato flagelli il Cristo, gli metti la corona di spine, lo sputi, gli metti la benda dinanzi agli occhi e lo prendi in giro sul suo profetismo. Tu, col tuo peccato hai preso la croce e l’hai messa addosso al Cristo. Tu col tuo peccato hai fatto cadere il Cristo e gli hai tirato i calci mentre cadeva. Tu,col tuo peccato gli hai messo i chiodi e hai goduto nel vederlo soffrire sulla croce;  tu col tuo peccato, hai gridato alla vittoria, quando lo hai visto morire; lo hai sfidato sulla croce e hai goduto.

Nella cappella di Villa San Francesco c’è una croce con una corona di spine ed una croce con tutti i segni della Passione di Cristo: la lancia, la spugna, la scala, il calice, la corona di spine ecc…. Ho voluto che in questa cappella ci fossero i segni della sofferenza di Cristo, perchè li dovete tenere sempre presenti, per agire di conseguenza.

Quando vedete la croce senza il Crocifisso, dovete dire: Io dovevo stare su quella croce, non il Cristo, perchè io ho peccato, non Lui! Io dovevo avere questa corona di spine sulla testa, non il Cristo, perchè il Cristo non ha peccato.

Io ho messo la scala per alzare il Cristo da terra e per metterlo in croce! Io con la lancia gli ho trafitto il cuore!

Io con la spugna gli ho dato da bere quel calice amaro! Io con quel martello gli ho battuto i chiodi! Queste affermazioni non sono frutto di fantasia, perchè San Paolo nella lettera agli Ebrei dice: “I peccatori, per loro conto crocifiggono di nuovo il Figlio di Dio e lo espongono all’infamia” (Eb 6,6).

2. I peccati che più offendono il Signore sono i peccati impuri

Nella rivelazione di Fatima, Lucia chiese, sul suggerimento di qualcuno, alla Vergine:  Quali sono i peccati che più offendono il Signore? 

La Madonna le rispose: I peccati che più offendono il Signore sono i peccati della carne.  Questi peccati offendono maggiormente il Signore non per la loro qualità, ma per la loro quantità.

Tutti i peccati offendono il Signore, ma la quantità dei peccati contro il sesto e il nono comandamento è immensa. Forse anche noi dobbiamo dire: Signore, tra gli uomini che ti hanno offeso coi peccati della carne ci sono stato, o ci sono, o ci sarò anch’io!

Sappiate che pochi si salvano dal cadere in questi peccati. Io, quando mi metto a pensare al sesto o al nono comandamento dopo qualche minuto devo distrarmi, perchè non reggo! 

Ci sono organizzazioni che investono miliardi, nella stampa di riviste pornografiche perché volutamente, non per caso, vogliono strappare e strappano  dal cuore dei piccoli o dei giovani la purezza. Oggi c’è pure l’organizzazione della prostituzione, dell’omosessualità!

La Vergine, dicendo a Fatima che il Signore è offeso da questi peccati, ci ha ripetuto ciò che già è scritto nella Sacra Scrittura, dal primo libro all’ultimo libro. La Madonna ci ha ripetuto un concetto di cui ci siamo dimenticati.

iii. il signore punisce il peccato

1. Il Signore punisce il peccato nell’altra vita

Una parte del messaggio della Madonna di Fatima ripete la verità di fede che il Signore punisce il peccato.

La Madonna con le sue apparizioni ci ha fatto capire che esiste l’altra vita, perché sta già in Paradiso, e viene su questa terra per dirci: Figli miei cosa  state combinando? Sappiate che molte anime vanno all’Inferno.

Noi invece ci poniamo ancora la domanda se veramente esiste l’altra vita. Siamo come i discepoli di Gesù nel giorno dell’Ascensione, che con Lui presente sulla terra ancora dubitavano della sua risurrezione, dubitavano che il Cristo avesse lasciato di vivere questa vita e che al di là della morte stesse vivendo la seconda vita.

Un giorno mentre il Signore Gesù passeggiava sotto il portico di Salomone, i Giudei gli si avvicinarono e gli chiesero: Sei veramente tu il Figlio di Dio? Se lo sei dillo a noi apertamente.

Rispose Gesù: Figli miei, da quanto tempo ve lo sto dicendo! Io non solo ve l’ho detto, ma ve l’ho dimostrato, per cui se non volete credere alla mia parola, credete almeno alle mie opere; credete a Giovanni Battista; credete al Padre che ve lo ha annunziato quando io sono sceso nel Giordano per essere battezzato; credete ai miracoli che compio; credete alle profezie; credete alla Sacra Scrittura che ha parlato di me, ma se non volete credere a nessuno, credete almeno quando risorgerò da morte (cfr. Gv 10, 24-25).

Il Cristo risorto è stato quaranta giorni sulla terra, ha mangiato e ha bevuto con i discepoli, si è fatto toccare, si è fatto mettere il dito al posto dei chiodi e la mano nella ferita del costato; e ancora dubitavano della sua risurrezione. Gesù ci dice: Figli miei, non è vero che voi dubitate; in realtà non vi conviene credere che io sono il Figlio di Dio e che esiste l’altra vita, perchè siete duri di cuore, cioè non volete convertirvi e non volete cambiare vita.

Poi Gesù aggiunse: Voi state dicendo questo, perchè non siete miei discepoli. Le mie pecore ascoltano la mia voce e la mettono in pratica. Voi mi ascoltate, ma non volete mettere in pratica ciò che io dico (cfr Gv 10, 26-27).

La Madonna, sapendo che c’è l’altra vita, infatti la sta già vivendo, viene sulla terra per dire a noi increduli: Non sapete che cosa vi aspetta nell’al di là! Io so la punizione che Dio vi darà per il vostro peccato; ecco perchè vengo a supplicarvi di non commettere più peccati, perchè ogni peccato sarà punito.

Convincetevi di questo! Dite ad alta voce che il peccato offende Dio, che il peccato fa perdere l’anima, che il peccato avrà una punizione. 

La Vergine a tre bambini, di sette, otto e nove anni, non solo ha detto questa verità − mentre voi avete paura di parlare dell’inferno ai bambini, e ci sono alcuni che dicono che non bisogna parlare dell’inferno neppure ai grandi − ma gliel’ha fatto vedere.

Poiché ci siamo dimenticati di questa verità di fede, è venuta la Vergine a ribadire che esiste l’inferno e che molte anime vanno all’inferno. Infatti ha detto:- Badate bene, che molte anime vanno all’inferno!

Lucia, parlando della visione dell’inferno, dice: Noi vedemmo come un grande mare di fuoco ed in esso sommersi, neri e abbronzati demoni e anime in forma umana, somiglianti a brace trasparente, che trascinate poi in alto dalle fiamme ricadevano giù da ogni parte, quali faville in grandi incendi, senza peso, né equilibrio, fra grida e lamenti di dolore e di disperazione, che facevano inorridire e tremare per lo spavento!

I teologi ancora non sanno spiegare che tipo di fuoco c’è nell’inferno, però questa visione ci fa capire che si tratta di un fuoco che permea sia il demonio, sia le anime che sono andate all’inferno. Del resto anche Gesù ha parlato di fuoco quando ha parlato dell’inferno.

Per comprendere questa realtà vi porto l’esempio della fabbro che quando prende il ferro e lo mette nel fuoco, il ferro diventa rosso, arroventato, cioè diventa di fuoco. Così  diventerà chi avrà la sfortuna di andare all’inferno.

I demoni e coloro che li hanno seguiti col peccato sono simili a brace trasparente, cioè al ferro incandescente di cui vi ho parlato.

In questa visione si parla di anime, non di corpi, infatti né il demonio, né le anime che sono andate all’inferno, hanno il corpo.

I teologi si chiedono come faccia il fuoco a permeare l’anima che è spirituale. Lo sa Dio!

Nella visione i tre fanciulli hanno visto i dannati, somiglianti a brace, che, trascinati in alto dalle fiamme, ricadevano giù da ogni parte quali faville in grandi incendi.

I teologi non sanno spiegarsi questa realtà, che nella visione è chiara; infatti l’anima, poiché non ha peso, né equilibrio, è come gli astronauti che, quando sono andati fuori dall’orbita terrestre, si muovevano senza peso.

I dannati cadevano nel fuoco fra grida e lamenti di dolore e di disperazione, che facevano inorridire e tremare per lo spavento, tanto è vero che questo è stato uno dei tre segreti che la Vergine consegnò ai tre pastorelli nel 1917 e che ci è stato rivelato nel 1942, quando la Vergine disse a Lucia che poteva rivelarlo.

Quando i tre fanciulli ebbero la visione dell’inferno, tutti i presenti videro che, mentre i tre fanciulli parlavano con la Vergine, ad un certo momento diventarono pallidi e tremavano dallo spavento.

I fanciulli hanno portato sempre con sé questo spavento e questo tremore.

Io non vi commento l’inferno, che nella visione di Lucia ci è comunicato in una forma plastica e chiara.

Gesù continuamente ci ha parlato del fuoco della Geenna, infatti ci ha detto: “Temete piuttosto colui che ha il potere di mandare nella Geenna e il corpo e l’anima” (cfr Mt 10, 28). Quando Gesù parla del ricco Epulone o di Lazzaro, parla proprio di una fiamma che brucia.

Sappiate che è verità di fede che chi commette il peccato e non si pente va all’inferno.

2. Il peccato è punito su questa terra con la guerra, la fame e la persecuzione contro la Chiesa e contro il Papa

La Vergine nel suo messaggio ha parlato della guerra, della fame e delle persecuzioni contro la Chiesa e contro il Papa come punizione del peccato.

Ella ha detto nel 1917: La guerra sta per finire, ma se gli uomini non cessano di offendere il Signore, cioè se non cessano di peccare, non passerà molto tempo e nel prossimo pontificato (quello di Pio XI) ne comincerà un’altra peggiore. Avrete la fame e le persecuzioni contro la Chiesa e contro il Papa. Quindi il peccato ha una punizione sociale. Tutti abbiamo peccato e tutti dobbiamo pagare le conseguenze. La fame, la guerra e la persecuzione sono punizioni sociali. I peccati sono puniti certamente nell’altra vita, e tante volte anche sulla terra. Sappiate però che la punizione di Dio non è la punizione vendicativa, ma è una punizione correttiva. È come se il Signore ci tirasse le orecchie! Quando qualcuno ci tira le orecchie si sente dolore ma ci correggiamo, la correzione ci procura un grande bene.

San Paolo dopo aver dato una punizione ai Corinzi, quando seppe che si erano pentiti, scrisse loro: Sono contento che le lacrime che avete versato in seguito alla mia punizione si sono cambiate in gioia, perchè vi siete ricreduti.

Dice l’autore della lettera agli Ebrei: All’inizio la correzione è sempre amara, perchè porta sempre sofferenza e dolore, ma dopo porta tanta gioia a chi si è corretto ed è tornato a Dio (cfr Eb 12,11). Chi ritorna a Dio è sempre felice e contento.

Il messaggio della Madonna ci dice quindi:

che esiste l’altra vita, infatti la Vergine la sta già vivendo;

che ogni peccato è una offesa al Signore, infatti è offeso da tanti peccati;

che ogni peccato è punito nell’altra vita con l’inferno o con il purgatorio.

Nel vostro esame di coscienza vorrei che guardaste il peccato come offesa di Dio, senza fare distinzione tra peccato mortale e peccato veniale, perché il peccato, è sempre un’offesa a Dio. Non perchè è punito col purgatorio, non è peccato!

CONCLUSIONE

Sappiate vivere nel timore di Dio! Ma in che cosa consiste?

1. Vivere nel timore di Dio significa avere un profondo orrore per il peccato perché è offesa a Dio e procura  i suoi castighi.

Il timore di Dio consiste nell’evitare il peccato perchè offende Dio, ed è dimostrazione di amore; e nell’evitare il peccato per evitare i castighi di Dio.

Questo è egoismo lecito; è nel nostro interesse! Se non vogliamo osservare la legge di Dio per dimostrargli tutto il nostro amore, osserviamola almeno per interesse, per non andare all’inferno.

L’amore rappresenta la cima del monte, ma, per arrivare alla cima, dobbiamo partire dall’uno per fare due, tre, cinque, cinquanta, cento passi. Non si arriva all’amore se non partendo dal timore del castigo.

Nell’atto di dolore diciamo: “Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, perchè peccando ho meritato i tuoi castighi e molto più perchè ho offeso te infinitamente  buono e degno di essere amato sopra ogni cosa”.

Il timore di Dio è un dono di Dio. Infatti  si parte dal timore,  che San Giovanni chiama amore imperfetto, perchè c’è anche il nostro interesse, per arrivare all’amore puro, dove il nostro interesse non c’è, ma c’è soltanto l’amore di Dio. Diceva Santa Teresa: Signore,

mandami pure all’inferno, purchè  ci sia tu! Ma dove c’è Gesù c’è il Paradiso.

Quando noi ci doliamo dei peccati, perchè abbiamo offeso Dio infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa, significa che siamo nell’amore puro, purchè non commettiamo più il peccato.

Gli uomini, con la scusa che Dio è buono, infinitamente buono, commettono peccati uno sull’altro e alla fine non si capisce niente. Abusando della bontà di Dio, lo prendono a schiaffi dalla mattina alla  sera, lo crocifiggono, lo flagellano, lo incoronano di spine.

Io non mi vergogno di dirvi, ora che ho settantasette anni, che spesso devo far ricorso al timore di Dio, pensando al mio interesse, per evitare col peccato di andare all’inferno. Certi peccati piacciono pure a me e devo fare ricorso al timore di Dio, alla convinzione che ogni peccato sarà punito con l’inferno, per non farli.

Il Signore mi può cogliere in ogni momento, perchè non sta scritto da nessuna parte che mi deve cogliere quando starò in grazia, per cui devo far ricorso al timore di Dio per rimanere nell’amore. Non è vero che chi fa la meditazione ogni giorno, chi celebra la messa ogni giorno, chi fa l’esame di coscienza ogni giorno, chi legge la Parola dì Dio ogni giorno, chi dice il rosario ogni giorno, non ha questi momenti di debolezza.

“Chi pensa di stare in piedi, deve stare attento a non cadere”(cfr. l Cor l0, l2); e per non cadere deve fare ricorso al timore di Dio, cioè al castigo del peccato e non all’amore. 

2. Vivere nel timore di Dio significa combattere ogni sorta di peccato in noi e negli altri

Questo deve essere il vostro impegno: Combattere ogni specie di peccato in voi e negli altri, per evitare il castigo e per non offendere il Signore; come diciamo nell’atto di dolore.

3. Bisogna chiedere allo Spirito Santo il santo timore di Dio, per ispirarci un profondo orrore per il peccato  e per essere aiutati a combatterlo in noi e negli altri

La vita di San Francesco di Paola  è per noi di esempio. Tutta la sua vita di apostolato si può compendiare in queste due parole: Ha sempre combattuto il peccato in sé e negli altri; ha salvato sé, ma ha aiutato anche gli altri a salvarsi.

Il messaggio della Madonna a Fatima è tutto fondato sulla Parola di Dio. La Madonna non ha inventato niente di nuovo, ma ha soltanto ripetuto − per amore al suo Figlio offeso e per amore verso di noi suoi figli che con facilità perdiamo la salvezza eterna − quelle verità di fede, che, se osservate e messe in pratica, ci salveranno e ci faranno diventare santi.