Sul tuo cuore riposo – Gn 3, 9-24 – Mc 8, 1-10

Siate pazze di Gesù Eucaristia

Martina Franca 19.11.1995

LA NECESSITÀ DEL LAVORO

“Con il sudore del tuo volto mangerai il pane”

(Gn 3, 19)

  1. Dobbiamo lavorare per mangiare

È vero che il lavoro ora ci è stato dato da Dio come punizione, infatti ad Adamo ha detto:

“Con il sudore del tuo volto mangerai il pane; finché tornerai alla terra” (Gn 3,19), però è anche vero che il lavoro è una necessità.

Questa è la ragione per cui la Chiesa chiede a voi, consacrate nel mondo, che non avete il sostegno del marito, né dei figli, di lavorare e di mangiare del vostro lavoro, senza essere di peso a nessuno.

Quindi Dio esclude la dipendenza dai fratelli, dalle sorelle o da altri. Voi dovete provvedere a voi stesse.

  1. Il salario è di chi l’ha guadagnato col suo lavoro

Voi non dovete vivere alle spalle dei vostri fratelli, ma neppure i vostri fratelli devono vivere alle vostre spalle. I fratelli devono lavorare per pensare a sé, senza mangiare alle vostre spalle. Questo lo dovete esigere, perché è il pensiero di Dio. Non potete accettare il motto: “Io lavoro e tu mangi!”. No, no! Ma: Io lavoro e io mangio! Tu lavori e tu mangi!

Certo esiste la carità, ma è per coloro che non possono lavorare: i vecchi, gli ammalati, gli inabili; ma, per grazia di Dio, c’è lo Stato che gli dà una pensione.

Voi dovete dire ai vostri parenti: I soldi li ho lavorati io e sono miei! 

Queste parole le dovete dire anche a mamma, a papà, al fratello, alla sorella, perché i soldi dei genitori sono dei figli, ma i soldi dei figli sono dei figli; non si dividono con nessuno!

Uno degli elementi necessari per chi vuole consacrarsi nel mondo è il lavoro. Le vostre probabili sorelle devono studiare per avere poi un lavoro, frutto del loro studio, oppure devono lavorare già, oppure cercarsi il lavoro, altrimenti chi penserà alla loro vita, alla loro vecchiaia? 

Questo pensiero lo dovete dire ad alta voce: è pensiero di Dio!

Come dite: Convertiti! Credi e ti salverai!, così dovete dire: Datti da fare a lavorare per mangiare e per non essere di peso a nessuno!

CONCLUSIONE

Difendere i propri diritti non è crudeltà, ma è costringere il proprio fratello a lavorare e a non contare sui vostri soldi.

La concezione del mondo, ed anche dei vostri parenti, è che chi non è sposata deve portare i soldi a casa, e che la sua proprietà è di tutti. Mettono sul conto delle loro entrate il vostro mensile. Voi invece il vostro mensile lo dovete togliere dal conto dei vostri fratelli o sorelle, altrimenti li aiutate ad essere oziosi, ad essere pigri.

San Paolo combatte questo modo di fare, perché è uno dei sette vizi capitali: l’accidia! Coloro che non lavorano sono soggetti al vizio dell’accidia. E voi volete che i vostri fratelli vadano all’inferno per l’accidia, in quanto voi volete essere troppo generose?

I casi di carità voi li conoscete! I casi di necessità voi li conoscete! Tuttavia le linee fondamentali o i due binari sui quali voi e i vostri parenti dovete camminare sono quelli che ci sono stati insegnati da Dio, per mezzo della sua Parola!