
1986 – 6 aprile – Gv 20, 19-31- I pensieri manifestati dal Risorto


Gv 20, 19-31 – L’esaltazione della misericordia di Dio – 2011

Gv 20, 19-31 – Abbiate fede! – 2013

Ritiro alla catechiste, Grottaglie, 26.04.92
CHI È IL CRISTO RISORTO
E CHE COSA MI DICE DA RISORTO
(Ap 1, 17-18)
premessa
Questa mattina ho letto le letture della seconda domenica di Pasqua e sono rimasto colpito dalle parole dell’Apocalisse, che ci parlano del Cristo Risorto nella gloria. In questa settimana ho meditato sul Cristo Risorto, presente per quaranta giorni sulla terra, ma non avevo mai meditato sul Cristo Risorto in cielo, dove è andato dopo i quaranta giorni di permanenza sulla terra.
Mi sono domandato: Perché i Cristo Risorto è stato quaranta giorni sulla terra? Per convincere cinquecento persone, che dovevano essere testimoni della sua risurrezione.
S. Paolo scrive che il giorno dell’Ascensione Gesù si è fatto vedere da circa cinquecento persone, che ai tempi della sua predicazione erano ancora in vita, per cui potevano essere interrogati per convincersi della realtà storica della risurrezione del Cristo, per convincersi che un uomo, che è vissuto come noi, che è stato messo in croce, è morto ed è stato nel sepolcro tre giorni, ha ripreso il suo corpo ed è ritornato a vivere, è asceso al cielo, però prima di andarsene ha detto:- Andate per le vie del mondo, annunziate il mio Vangelo e dite che mi avete visto, mi avete ascoltato, mi avete toccato, avete messo il dito nel foro delle mie mani e la mano nella piaga del mio costato, e che ho mangiato e bevuto con voi. Se al vostro annunzio ci saranno coloro che non crederanno nella mia realtà storica, non crederanno nemmeno nella loro stessa esistenza, perché tutta la storia dell’umanità e tutti i libri storici sono fondati sui criteri esterni dei nostri sensi e sulla percezione che gli altri hanno sugli avvenimenti e sulle persone.
Stamattina mi chiedevo: E adesso Gesù, in cielo, alla destra del Padre, che cosa dice? Ce lo rivela S. Giovanni nel libro dell’Apocalisse.
S. Giovanni ha avuto la visione del Paradiso ed ha visto Gesù con in dosso una veste lunga, bellissima, splendente. La sua faccia era splendente come il sole, che non si può guardare. L’ha visto in mezzo a sette candelabri, con la veste lunga, simbolo del sacerdozio. Gesù ha cominciato ad essere sacerdote nel seno verginale della Madonna e adesso continua ad esserlo, perché ha il corpo. I sette candelabri sono il simbolo delle sette Chiese, mentre il Cristo è colui che regge le sorti della Chiesa, infatti ha in mano il candelabro dalle sette braccia, egli è colui che regge le sorti dell’umanità. S. Giovanni l’ha visto nella pienezza della sua sovranità, della sua regalità e del suo sacerdozio, e appena l’ha visto è caduto per terra sbigottito, pieno di paura. Allora Gesù si è avvicinato e gli ha parlato.
“Appena lo vidi, caddi a terra come morto. Ma egli, posando su di me la sua destra mi disse: Non temere! Io sono il Primo e l’Ultimo e il Vivente. Io ero morto, ma ora vivo per sempre e ho potere sopra la morte e sopra gl’inferi”(Ap 1, 17-18).
Queste parole mi hanno colpito, perché adesso so chi è il Cristo Risorto nel cielo.
i. chi è il cristo risorto
- Il Cristo Risorto è il Primo
Il Cristo dice: Io sono il Primo, cioè prima che il mondo fosse, io sono. Prima di me non c’era nessuno e dopo di me non c’era nessuno, però nel tempo ho voluto le creature, perché fossero felici con me. Dice S. Giovanni: In principio era il Verbo, cioè la Seconda Persona della SS. ma Trinità, che quando si è fatta uomo si è chiamata Gesù Cristo. Il Risorto, prima di essere uomo, era il Verbo dall’eternità. “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste” (Gv 1, 1-3).
Il “Verbo” significa “la Parola”. Infatti per mezzo della Parola di Dio sono state fatte tutte le cose. Dio disse: Sia fatto il firmamento! E fu creato il firmamento per mezzo della Parola. Dio prese la creta, cioè un corpo preesistente, e disse: Sia fatto l’uomo! E l’uomo fu! Così fece per il cielo, per l’acqua, per le piante, per gli animali.
Il Signore mi ha detto stamattina: Sai chi ti ha creato? Ti ho creato io, io ti ho chiamato all’esistenza, ti ho dato la vita e ti ho creato tutto ciò che ti gira attorno: il sole, la luna, le stelle, la terra, il cibo che ti do ogni giorno. Io sono il Primo! Se ci sono io, ci siete voi; se io non ci sono, voi non ci siete. Voi ci siete in quanto ci sono io. Ecco perché dobbiamo rispettare il primo comandamento: “Io sono il Signore tuo Dio, non avrai altro Dio al di fuori di me”.
Il Signore è il Primo e lo deve essere anche nella nostra vita, perché è per lui che noi viviamo. A questo proposito mi viene alla mente un episodio della mia vita. Dopo venti giorni dalla mia ordinazione sacerdotale, nel 1950, andai a Sannicandro per celebrare la prima Messa, che era una Messa cantata, solenne. In chiesa, davanti ai banchi, misero delle sedie per i miei parenti. Prima che arrivassi io in processione col parroco, arrivarono i miei parenti, tra cui il nonno paterno, che aveva novanta anni, ma era lucido di mente. Mio padre sedette alla prima sedia, poi sedette mia madre, e le altre per i miei fratelli. Quando arrivò mio nonno, non accettò di essere messo al terzo posto. Disse a mio padre e a mia madre: Se non ci fossi io, non ci sareste neppure voi. E si mise al primo posto. Quando andammo al pranzo, il nonno era seduto alla mia destra. Così io capisco il Cristo, che dice: Io sono il Primo.
Ricordate sempre che egli è il Primo. La mattina, quando vi alzate, incominciate nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
- Il Cristo Risorto è l’Ultimo
Il Cristo Risorto mi dice: Alla fine della tua vita temporale ci sarò io e tu mi incontrerai come giusto giudice.
Lo incontreremo e lo incontreremo per ultimo. È vero che Gesù ha detto: “Io vado a prepararvi un posto!”, ma ha detto pure: “Quando tutto sarà pronto ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io” (Gv 14, 2-3).
L’ultimo che incontreremo su questa vita non sarà qualcuno di coloro che ci circondano, ma sarà il Cristo. I moribondi hanno gli occhi vitrei, vi parla uno che ne ha visto morire tanti. Essi non percepiscono più la presenza della moglie, dei figli, del marito, ma vedono il Cristo, che è l’Ultimo ad essere incontrato sulla terra. Lo troveremo al nostro fianco come Salvatore, perché per entrare in cielo, dobbiamo chiedergli perdono dei nostri peccati, perché tutti siamo peccatori..
Poiché in cielo non entrerà niente di impuro, di cattivo o di maligno, allora il Cristo, che è il nostro Redentore, il Salvatore, Colui che ha versato il suo sangue sulla croce e continua a versarlo nella Messa e nei Sacramenti, ci purifica. Nel momento della morte, vicino a noi, sia che morremo inabissandoci con una nave, o precipitando con un aereo in fiamme, o nel nostro letto, al nostro fianco ci sarà il Cristo, il quale ci dirà: Figlio mio, in cielo entrerai per la mia misericordia, non per i tuoi meriti, perché sono io che perdono i tuoi peccati. Chiedimi il perdono e io te lo darò. Così entrerai in cielo!
Anche S. Francesco di Paola è entrato in Paradiso per i meriti di Gesù Cristo.
Sappiate, ve lo dico per confortarvi, anche coloro che non vedranno il sacerdote nell’ultimo momento della loro vita, quindi non avranno il segno della salvezza, che è il sacramento portato dal sacerdote, avranno accanto a sé la persona del Cristo che salva. Il sacramento è un segno che ci aiuta a salvarci, che ci mette nella condizione e nella disponibilità di cuore e di mente per poter dire: Gesù mio, misericordia! Ma se non si avrà il sacerdote, per questa o per quell’altra ragione, non perché l’abbiamo rifiutato, il Cristo sarà vicino a noi e ci dirà: Figlio mio, vedi che vita hai menato? È un fallimento. Chiedimi perdono!
Io, domenica delle Palme, ho fatto la prova di morire, stavo leggendo la Passione di Cristo e mi sono sentito male. Mi sono seduto su una sedia e il Signore mi ha fatto vedere in un istante tutta la mia vita. E io non ho potuto fare a meno di dire continuamente: Gesù mio, misericordia!
Quando mi sono ripreso ho detto: Signore, perché non mi fai vedere la mia vita così come me l’hai fatta vedere ora, tutte le volte che mi vado a confessare? Infatti quando mi vado a confessare, io dico che non ho fatto niente di male, mentre in quel momento ho visto tutte le mie miserie e ho detto, ma con tutto il cuore: Gesù mio, salvami!
La presenza di Cristo Salvatore l’ho sperimentata quando per due volte sono stato per morire. L’ultimo che io vedrò sarà il Cristo Risorto, ma il Primo che io vedrò dopo la morte sarà il Cristo giudice. Egli dirà: Figlio mio, ho messo a disposizione tutta la mia misericordia infinita, ma tu non mi hai voluto chiedere perdono, adesso non puoi godere con me in Paradiso. Se invece gli avremo detto: Gesù mio, misericordia! Egli ci dirà: Vieni con me!
Il Giudizio divino sarà in base alla Parola di Dio, che è Gesù Risorto. Egli è l’Ultimo di questa vita, ma è anche l’Ultimo di quella vita, perché il Sommo ed Unico Bene, nel quale troveremo la felicità fino alla fine dei secoli e al di là dei secoli, cioè nell’eternità, sarà il Cristo Risorto.
Vi ho voluto spiegare la presenza del Cristo Salvatore alla fine della nostra vita e del Cristo Giudice all’inizio della vita futura, per darvi la consolazione che non ci danneremo, se non ci vorremo dannare; ma ci salveremo, se ci vorremo salvare, perché il Cristo Salvatore per mezz’ora, per tre quarti d’ora, per un’ora, per una giornata, per due giornate alla fine della nostra vita terrena, starà sempre vicino a noi a dire: Chiedimi perdono, chiedimi perdono, perché ti voglio salvare, ti voglio fare felice! Se noi diremo di no, lo troveremo come giudice che darà la giusta ricompensa alle nostre azioni cattive, altrimenti ci darà il premio.
Poiché il Cristo Risorto dice: Io sono il Primo!, la giornata la dovete cominciare nel nome di Cristo. Poiché dice: Io sono l’Ultimo!, la giornata la dovete terminare nel nome di Cristo. Abituatevi a incominciare la giornata con Cristo, perché in tal modo incomincerete anche l’altra vita con lui. Abituatevi a finire la giornata col Cristo, perché così finirete anche questa vita nel suo nome.
- Il Cristo Risorto è il Vivente, cioè Colui ha è la vita, ha la vita e dà la vita
Io, la mattina, appena mi alzo vado in chiesa, adoro il Cristo e gli dico: Signore, ti adoro, ti credo, spero in te e ti amo come il Presente, il Vivente e il Sofferente. Gi dico sempre: Tu sei il Vivente, tu sei la vita!
Gesù ha detto: “Io sono la via, la verità, la vita”(Gv 14, 6). Chi vuole vivere segue il Cristo e vivrà in eterno.
Quando Mosè vide Dio nel simbolo del roveto che bruciava e non si consumava, domandò:- Come ti chiami? Rispose:- Io sono colui che sono. Io sono il Vivente, colui che è la vita, che è vita e, se l’ha, la può dare.
Non esiste alcun essere al mondo che non abbia ricevuto la vita da lui. Egli è il sempre vivo, l’eterno vivo, che ha dato la vita a me, a voi, che ha dato la vita ai pesci, agli animali, al grano. Adesso io vivo per lui. S. Paolo all’Areopago disse: “In lui viviamo, ci muoviamo e siamo” (At 17, 28). In lui c’è la vita, fuori di lui c’è la morte.
Il nostro Dio non solo ci ha dato la vita per mezzo della creazione, ma ci mantiene in vita. È questo il vero miracolo a cui nessuno fa caso. L’atto della creazione è stato unico, ma l’atto della sussistenza, cioè nella continuazione nell’esistenza è un atto creativo continuo per ciascuno di noi e non un minuto soltanto. Dicono i filosofi e i teologi: Se Dio, per un istante soltanto, ci lasciasse soli, senza la sua azione creatrice, noi cadremmo nel nulla. Potete andare in qualsiasi angolo della terra, non troverete nessuno, ma troverete senz’altro Dio.
Dice il salmista nel Salmo 139: Dove devo andare per non trovarti? Se salgo in cielo, là tu ci sei; se scendo negli abissi, ti trovo, se mi metto sulle ali del vento e vado agli estremi confini della terra, là tu mi conduci. Ma dove posso andare per non trovarti e per nascondermi ai tuoi occhi? Anche le tenebre per te sono luce, perché anche nelle tenebre tu ci sei.
Quando noi scioccamente diciamo: andiamo in quella stanza, perché nessuno ci vede, non teniamo presente che in quella stanza c’è Dio che ci vede, c’è il Cristo che ci vede e ci giudicherà. Quando io dico: Questo pensiero non voglio che sia conosciuto da nessuno, me lo voglio coltivare nel profondo del cuore, non tengo presente che Dio lo legge.
- Il Cristo è il Risorto
Dice il Cristo Risorto: “Io ero morto, ma ora vivo per sempre”(Ap 1, 18).
“Io sono la Risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore vivrà”(Gv 11, 25).
Ricordate la risurrezione della fanciulla di dodici anni? Il papà era andato da Gesù e gli aveva detto:- Mia figlia sta morendo, vieni e guariscila! Mentre si dirigevano verso casa, per strada lo avvisarono di non disturbare il Maestro, perché la figliola era morta. Ma Gesù disse al padre: Tu continua a credere, perché la fanciulla non è morta, vive! Andati a casa, trovarono che la fanciulla era morta, e Gesù disse: Perché state strepitando? La fanciulla non è morta, ma dorme. Si misero a ridere a quelle parole, ma Gesù cacciò tutti ed entrò nella stanza con tre discepoli, il papà e la mamma. Il Vangelo ha conservato le parole aramaiche pronunziate da Gesù: Talità kum!, che significano: Fanciulla, te lo dico io, alzati! Il Cristo Risorto è colui che dà la risurrezione.
Ricordate l’episodio della risurrezione del giovinetto di Naim, mentre lo portavano al cimitero? Era figlio di una vedova, che aveva quest’unico figlio. Gesù si commuove, ferma il corteo, si avvicina alla bara, che era scoperta e dice: Giovanotto, te lo dico io, alzati! E il giovinetto si alzò.
Alla vigilia della Pasqua, del terzo anno della sua vita pubblica, Gesù viene a sapere che il suo amico Lazzaro è ammalato. Gesù dice ai suoi discepoli: Lazzaro sta dormendo. Invece era morto; infatti per il Cristo la morte è un sonno, in quanto non moriamo, ma continuiamo a vivere nell’altra vita.
Il corpo di Lazzaro era già nella corruzione, ma Gesù dice: Lazzaro, te lo dico io, vieni fuori! E Lazzaro esce fuori (cfr Gv 11, 1-45).
“Io sono la Risurrezione e la Vita”(Gv 11, 25). Il Risorto è colui che dà la vita, è colui che fa risorgere gli uomini, è colui che, dopo essere morto, risorge, perché riprende in sé la vita. Ecco perché la risurrezione è un mistero; ma io non lo affronto come mistero, né come opera meravigliosa di Dio, ma come fatto storico.
Gli episodi sono questi: le pie donne vanno al sepolcro di Gesù e come prima cosa vedono che la pietra è stata rovesciata. Raccontano questo agli Apostoli che però non credono nella risurrezione del Cristo. Pietro e Giovanni si recano al sepolcro, entrano, vedono le bende gettate a terra e il lenzuolo piegato, ma non credono nella sua risurrezione. La Maddalena vede un uomo, crede che sia il giardiniere e gli dice:- Dimmi, dove hanno portato il mio Signore? Ed egli:- Sono io! La Maddalena gli stringe i piedi, lo adora, lo comunica agli Apostoli, ma non le credono. Arrivano le pie donne, anche loro adorano il Cristo Risorto, gli stringono i piedi, lo toccano, si accorgono che è veramente un vivente e lo annunziano agli Apostoli, che non credono alle loro parole. Per mezza giornata il Risorto sta con i discepoli di Emmaus, cammina, ragiona, mangia con loro, ma neanche questi credono. Sono io! Non sono un fantasma, sono io in carne ed ossa, venite, guardatemi, toccatemi, guardate le mie mani, sono forate, io sono il Crocifisso dell’altro ieri, guardate i miei piedi, ma essi non credono ancora. Allora Gesù Risorto chiede: Avete qualcosa da mangiare? Gli portano del pesce arrostito, mangia con loro e beve con loro, ma Tommaso non crede, perché non era presente. Dopo otto giorni Gesù Risorto appare agli apostoli e dice: Tommaso, vieni qua. Vedi le mie mani, sono forate! Vieni e metti il dito nelle mie piaghe. E Tommaso dice: Signor mio e Dio mio! E Gesù: Tommaso, tu hai creduto, perché mi hai veduto e mi hai toccato. Beati coloro che crederanno senza aver visto.
Il Risorto è stato per quaranta giorni sulla terra. La S. Scrittura ci parla di quindici apparizioni, ma chissà quante volte Gesù è apparso! Nel Vangelo non si parla dell’apparizione alla Madonna, ma certamente è stata la prima a vedere Gesù Risorto. L’ultimo giorno che il Risorto è stato sulla terra, c’erano circa cinquecento persone che con lui scesero dal monte Sion e salirono sul monte degli Ulivi, che adesso si chiama Monte dell’Ascensione, perché da quel punto Gesù è salito al cielo. Prima di salire al cielo, dice il Vangelo di S. Marco, alcuni dei suoi discepoli dubitavano ancora della sua risurrezione. Allora Gesù li rimproverò per la loro durezza di cuore.
Sapete che cos’è la durezza di cuore? È una vita di peccato che non si vuole lasciare. È duro di cuore, non colui che non ha tutte le ragioni per credere a una determinata verità, perché se credesse dovrebbe cambiare vita, e poiché non la vuole cambiare, allora è duro di cuore.
La durezza di cuore riguarda la conversione dell’anima. Un giorno al curato d’Ars si presentò un ateo che gli disse:- Padre, io non credo in Dio, ma voglio discutere con lei dell’esistenza di Dio. Senza scomporsi il Santo disse: Adesso ti confessi, dopo discuteremo sull’esistenza di Dio.
– No, Padre, discutiamo! Passò mezz’ora, ma il Curato d’Ars non cedeva. Alla fine l’ateo si confessò ed ebbe l’assoluzione. Allora il curato gli disse: Adesso discutiamo sull’esistenza di Dio! L’uomo rispose:- Padre, non ce n’è più bisogno!
Perché l’uomo non credeva in Dio? Perché voleva rimanere nella condizione di peccato. A tutti quelli che stanno vicino a voi e che dicono di non credere, domandate:- Ti sei confessato? Se ti confessi tornerà la fede dentro di te. Se la risposta è:- Non mi confesso!, la fede non ritornerà mai. Questo atteggiamento si chiama “durezza di cuore”.
Non dobbiamo discutere sull’autenticità storica della risurrezione di Cristo, dobbiamo solo convertirci, cambiare vita, perché se Gesù è Risorto esiste l’altra vita, e se esiste l’altra vita, la vita di quaggiù deve essere vissuta in funzione dell’altra vita. Bisogna cambiare! Chi non crede non vuole cambiare vita.
- Il Cristo Risorto è il Vincitore della morte e degli inferi
Le parole dette da Gesù sono queste: “Ho potere sopra la morte e sopra gli inferi” (Ap 1, 18).
Il Cristo ha vinto la morte anche in noi, perché l’ha vita in sé, egli è il vincitore della morte perché è ritornato in vita. I nemici di Gesù l’avevano messo in croce, poi nella tomba, che avevano chiuso con una pietra sepolcrale, sigillata e custodita con le guardie. Sono i testimoni oculari della sua morte!
In Gesù anche noi abbiamo vinto la morte. Io non morrò, continuerò a vivere; il mio corpo lo porteranno al cimitero, ma io risorgerò.
Gesù per dare una prova di questa verità, che ha promesso e che ha realizzato soltanto in sé, ha assunto in cielo la sua mamma con il corpo. Quando la Vergine, la sua mamma, è morta, l’ha risuscitata e l’ha portata in cielo.
Il Risorto è il Vincitore della morte, che vincerà in me e in noi alla fine dei tempi. Quando tutti gli uomini saranno morti, allora ci farà risorgere tutti e ci giudicherà
Il Risorto è il Vincitore degli inferi, cioè dei demoni, delle potestà infernali. Quando Gesù scacciava i demoni, una volta i suoi nemici gli dissero: Tu scacci i demoni in nome di Belzebul. Ma Gesù rispose: Come può il principe dei demoni mettersi contro i demoni? Se fosse così la sua casa crollerebbe, perché quando un regno è diviso in se stesso, crolla; invece quando in una casa entra un altro più forte, colui che stava prima viene legato e non può fare più niente (cfr Mt 12, 24-30) Sappiate, disse Gesù, io ho vinto il mondo e ho vinto il demonio, che non vi può fare più niente.
Il Cristo Risorto è il Vincitore nel tempo ed è il Vivente nell’eternità! Se leggete l’Apocalisse, trovate la descrizione del Cristo sul cavallo bianco, col mantello rosso intriso di sangue, che con tutti i suoi seguaci insegue il demonio con i suoi seguaci, li prende, li getta nel baratro più profondo, da dove esce zolfo e puzza infernale, li chiude perché devono rimanere.
ii. che cosa mi dice oggi il cristo risorto
Le parole che mi dice Gesù Risorto sono tre:
- Non temere
Il Cristo mi dice: Alzati, vieni con me, non aver paura, io ho vinto il mondo e il demonio. Che cosa ti possono fare gli uomini? Uccidere il corpo, ma non possono uccidere l’anima. Dovete temere colui che può mandare alla Geenna, cioè all’inferno il corpo e l’anima.
Vorrei che vi faceste un’idea grande del Cristo che ci dice: Non temere.
Non temere il demonio, perché l’ho vinto; è legato, abbaia soltanto, ma non può morderti; morde solo che gli si avvicina.
Non temere le persecuzioni, infatti non devi nemmeno preparare le parole da dire per discolparti, perché li Spirito Santo ti suggerirà quello che in quel momento devi dire.
Non temere la sofferenza! Non la temere, figlio mio, te la mando io! Sappi che più soffri, più gloria avrai in cielo. Io te la mando, perché ti voglio vedere nel più alto grado della gloria. Vedi chi sono io? Io sono il Crocifisso! Io sono l’Uomo dei dolori, ma sono nel medesimo tempo il prediletto del Padre. Coloro che sono i prediletti del Padre devono soffrire.
“Stolti e tardi di cuore, diceva Gesù ai discepoli di Emmaus, non sapevate che il Figlio dell’uomo doveva soffrire, patire e morire per entrare nella sua gloria?” (Lc 24, 25).
Più soffri, più gloria avrai in cielo; meno soffri, meno gloria avrai. La sofferenza è un dono, infatti Gesù ha detto: Beati gli afflitti, beati i sofferenti, beati coloro che saranno perseguitati e tribolati per il mio nome, perché grande sarà la loro ricompensa nei cieli.
Non temere le tentazioni! Non le temere, perché io non permetterò che tu abbia una tentazione superiore alle tue forze, ma con la tentazione ti darò anche la forza per superarla.
A chi dice: Signore, io ho paura di perdermi!, il Cristo Risorto risponde: Non temere, io sono il tuo conforto, sono io il tuo rifugio, sono io la tua forza. Nel salmo 109 leggiamo: “Il Signore è alla tua destra” cioè è la tua forza, tutto ti potrà venire meno, ma mai il Cristo.
Non temere di lasciare la terra, perché ti darà un’altra terra, un altro cielo, migliori di questa terra e di questo cielo.
Non temere il peccato, perché io l’ho vinto. Se sei caduto nel peccato, non temere, perché io ti do la grazia per mezzo della quale puoi vincere qualsiasi difficoltà.
- Ti do lo Spirito Santo
Le parole del Cristo Risorto sono queste: “Alitò su di loro e disse: Ricevete lo Spirito Santo” (Gv 20, 22). Quando nell’ultima cena il Cristo disse: È necessario che io me ne vada! I volti degli Apostoli si rattristarono. Gesù chiese: Perché tanta tristezza sul vostro volto? Siete tristi perché vi ho detto che me ne devo andare? Sappiate che se io non me ne vado, non riceverete lo Spirito Santo.
Hanno constatato questa verità gli Apostoli il giorno della Pentecoste, infatti gli apostoli del giovedì e del venerdì santo non sono gli stessi della Pentecoste. In loro si sono avverate le parole di Gesù. Il Signore ci ha dato lo Spirito Santo, che è la grazia di Dio per mezzo della quale partecipiamo della vita di Dio e facciamo il bene, acquistando i meriti per l’eternità.
- Ti do sacerdoti col potere di rimettere i peccati
L’ostacolo alla nostra salvezza è il peccato, che è l’eredità di tutti gli uomini, per cui non potevamo andare in Paradiso. Allora Gesù Risorto ci dice: Io ti do tanti sacerdoti in modo che in qualsiasi angolo della terra stai, ci sia sempre un sacerdote che nel mio nome ti tolga i peccati.
La Domenica di Pasqua agli Apostoli il Cristo Risorto ha detto: “A chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi” (Gv 20, 23).
Se l’ostacolo alla santità è il peccato, sappiate che il peccato ci è stato tolto col Battesimo, poi con il sacramento della Penitenza, per cui non possiamo temere della nostra salvezza eterna. Il peccato ci è stato tolto!
Affinché il peccato ci sia tolto, non basta però dire il Confesso o l’Atto di dolore, o Gesù mio, misericordia!, ma dobbiamo andare dal sacerdote a confessarci. Se ci confessiamo il peccato ci è tolto, perché così Gesù ha detto.
La certezza di avere la coscienza pulita, e quindi di non avere più il peccato nell’anima ce la dà il sacerdote, non l’Atto di dolore, o il Confesso o il Gesù mio, misericordia, ce la dà il sacerdote che, nel nome di Cristo, ci versa il sangue di Cristo che ci lava da ogni colpa.
Conclusione
Fatevi un’idea grande del Cristo Risorto, che vi dice: Io sono il Primo. Io sono l’Ultimo. Io sono il Vivente. Io sono il Risorto. Io sono il Vincitore ella morte e degli inferi.
Non temere!
Ti do lo Spirito Santo nei sacramenti.
Ti do i sacerdoti col potere di rimettere i tuoi peccati.
Tutte le volte che ci confessiamo e riceviamo il sacramento dell’Eucaristia, continuiamo ad avere la pienezza dello Spirito Santo.
Abbiate fiducia, la salvezza nostra è dietro la porta, ma sappiate dire: Gesù mio, misericordia.