Con te Signore non temo Es 14, 5-18 – Mt 12, 38-42

Mt 12, 38-42 – Il segno e la reatà

da un’omelia di P. Francesco Chimienti

20.07.1981

 

I DIVERSI ATTEGGIAMENTI DELL’UOMO DINANZI A DIO

(Es 14, 5-18)

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Oggi vorrei commentarvi il passo dell’Esodo e vorrei fermarmi sui personaggi che si muovono in questa vicenda: il Faraone, il popolo, Mosè e il Signore.

 

  1. Il faraone si mette contro Dio

Il faraone aveva dato il permesso al popolo d’Israele di uscire dall’Egitto; poi, pentitosi di aver dato questo permesso, con la sua forza, i suoi cavalli e cavalieri tentò di far tornare indietro quel popolo che Dio aveva chiamato ad uscire dall’Egitto per andare nella terra promessa. Il faraone si mette contro Dio.

Quando Dio manifesta un suo disegno ad una creatura, la mette sempre nelle condizioni di avere il consenso dei superiori. Questo popolo doveva uscire dall’Egitto e il Signore volle che uscisse col consenso del faraone. Dunque la cosa era veramente secondo Dio.

L’uomo può mettersi contro Dio? Sì! Il faraone prima fece ciò che Dio gli ordinava, dopo, facendo un semplice ragionamento e vedendo che la partenza del popolo d’Israele non era conveniente per l’Egitto perché venivano a mancare molte braccia che lavoravano, ritornò sulle sue decisioni e mandò il suo esercito per fare in modo che il popolo d’Israele tornasse indietro. Si mise contro Dio, e chi si mette contro Dio si rompe la testa.

Chi si mette contro Dio? Chi non crede.

         “Se oggi ascolterai la sua voce, dice il Salmista, non indurire il tuo cuore”.

Prima, spinti dalla grazia, anche noi abbiamo accettato Dio, dopo, col calcolo umano, lo rifiutiamo.

Dio non si misura con la logica umana! Io mi farò cieco per camminare per le strade che mi indicherà Dio. Il cieco è colui che crede in Dio. Se oggi tu parlerai, Signore, fa’ in modo che il mio cuore sia aperto e ti ascolti, perché con te sarò felice, senza di te, ma soprattutto contro di te, mi romperò la testa.

Il disegno di Dio non lo modificherà nessuno!

 

  1. Il popolo d’Israele ha paura e mormora

Dice la S. Scrittura che quando videro i carri, i cavalli e i cavalieri del faraone, gli Israeliti ebbero paura e mormorarono contro Mosè.

Ecco i due atteggiamenti del popolo: paura e mormorazione. Chi ha paura non è mai con Dio; chi mormora non è mai con Dio.

Sono due atteggiamenti negativi: la paura di fare la volontà di Dio porta a non farla; la mormorazione contro Dio allontana dalla sua volontà.

Chi ha paura degli avvenimenti certamente non fa la volontà di Dio; chi mormora certamente non fa la volontà di Dio. Chi ha paura e chi mormora chiude la porta alla grazia di Dio.

 

  1. Mosè ha fiducia in Dio

In Mosè vedo l’uomo della preghiera, l’uomo della fiducia, l’uomo dell’abbandono, l’uomo della collaborazione alla grazia di Dio.

Mosè vide che tutto era perduto, ma ebbe fiducia in Dio. Con Dio si è sempre vittoriosi.

L’uomo della preghiera. Mosè eleva il suo grido al Signore, una preghiera pressante, attuale, infuocata e il Signore lo ascolta. Dio ascolta sempre il grido del povero e lo esaudisce.

L’uomo della fiducia. Mosè non perde l’equilibrio, non perde la fiducia in Dio, prega perché sa che Dio interviene negli avvenimenti umani dopo che l’uomo lo ha supplicato.

L’uomo dell’abbandono. Mosè pensa: Se ci prendono e ci fanno tornare indietro sarà volontà di Dio. Se il Signore ci lascerà attraversare il Mar Rosso sarà volontà di Dio. Io condurrò il mio popolo nella terra che Dio ha promesso ad Abramo, ad Isacco e a Giacobbe.

L’abbandono consiste nell’accettare le due soluzioni: la prima, quella non voluta, è soluzione di Dio e saprà Dio, attraverso il male, ricavare il bene; la seconda impegna Dio ad intervenire direttamente.

L’abbandono è basato su questo principio: tutto ciò che Dio vuole per me è bene; tutto ciò che Dio permette per me è bene.

L’uomo della collaborazione alla grazia di Dio. Il Signore interviene e dice a Mosè: Stendi il tuo bastone sul mare e vedrai che il tuo popolo passerà a piedi asciutti dall’altra parte. Mosè si è messo nella disponibilità di collaborare alla grazia di Dio.

Sono queste la quattro virtù che chiedo a voi: pregare, credere, abbandonarsi a Dio e collaborare con Dio.

 

  1. Il Signore è fedele

Il quarto personaggio è il Signore, nel quale dobbiamo porre tutta la nostra fiducia, perché il Signore è fedele alla parola data, e al momento giusto interviene per salvare i suoi figli, anche se deve fare uso della sua onnipotenza.

 

CONCLUSIONE

 

Ricapitolando: guardate il faraone e guardatevi dall’indurire il vostro cuore; guardate il popolo e guardatevi dall’aver paura e dal mormorare; guardate Mosè e imitatelo nella preghiera, nella fedeltà, nell’abbandono e nella fiducia in Dio; guardate Dio e convincetevi sempre di più che Dio è fedele alla parola data, la parola che noi abbiamo nella S. Scrittura.

Sia questa Parola ad illuminarvi lungo il cammino della vostra vita; sia questa Parola la forza quando avrete paura; sia questa Parola il sostegno nei momenti in cui dubiterete di Dio.