Amare, amare, amare… – 1Cor 13, 1 – Lc 7, 31-35

2002

2012

Lc 7,31-35 – Nella santità serve l’impegno non le scuse

IL FONDAMENTO DELLA VITA CRISTIANA:

 ODIARE IL MALE E FARE IL BENE

 

“Se non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna (1 Cor 13, 1)

 

  Avere la carità significa avere la grazia di Dio nell’anima, ecco perché il fondamento della vita cristiana è cercare il bene e non fare il male. Odiate il male e amate il bene, ci dicono le Scritture. Sono parole di un valore infinito. Io vorrei che orientaste la vostra vita alla loro luce. Non pensate di essere aquile nella vita dello spirito, potreste avere grandi disillusioni. A voi piace la mistica e l’ascetica, ma io vi dico: Vi voglio cristiane! Questo dovete realizzare nella vostra vita, questo dovete chiedere ai vostri bambini del catechismo e a tutti coloro che vi avvicinano. Il cristianesimo non è difficile da realizzarsi nella vita quotidiana, occorre avere solo idee chiare.

 

  1. Odiare il male

  Odiare il male vuol dire evitare il peccato. Il fondamento di ogni vita cristiana è la realizzazione di queste parole: Amate, fate e cercate il bene; odiate il male, evitatelo e non fatelo.

Il male è il peccato, è la trasgressione dei dieci comandamenti, sia di tutti come di uno solo; perciò evitate il male, evitate il peccato, evitate la trasgressione dei dieci comandamenti; odiate il male, non venite a compromesso con il peccato, abbiate il coraggio di dire: la morte, ma non il peccato!

“Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero con il peccato, – dice Gesù – se poi perde l’anima sua?” (Lc 9, 25). Il vero male è il peccato, perché ci toglie l’amore di Dio, ci fa figli del diavolo, ci regala l’inferno, il tormento eterno. Vale la pena peccare?

 Il peccato consiste sia nel fare il male, sia nel non fare quel bene che il Signore ci ha comandato di fare, come: Ricordati di santificare le feste; oppure: Io sono il Signore Dio tuo, non avrai altro Dio al di fuori di me!

Dobbiamo fare il bene, dobbiamo impegnarci a fare il bene perché quando Dio parla di bene, dice: Cercatelo. Chi è colui che fa il bene? Colui che si impegna a farlo, come chi ha smarrito una cosa si dà da fare per trovarla. Cercare significa darsi da fare per trovare. Fino a quando non riuscirete a ridurre ogni pensiero, ogni parola e ogni azione a questo criterio universale: fare il bene e odiare il male o evitarlo, non avrete nemmeno il fondamento della vita cristiana. Non illudetevi!

 Io sono felice di aver avuto come maestro di noiviziato un Padre che mi disse, proprio il primo giorno, queste parole: Se nell’anima tua ci sarà il peccato, la tua vita religiosa è una fantasia, non c’è niente, non illuderti. Per prima cosa devi allontanare da te il peccato mortale, non devi cadere mai nel peccato mortale, lo devi odiare come si odia il più grande nemico. Con tutti puoi avere compromessi, ma col diavolo e col peccato mai. Se farai questo non ti troverai mai pentito. Infatti ogni peccato mortale distrugge tutto il bene precedente e non permette di farne altro, perché il bene che si fa in peccato mortale a nulla giova. 

 Dice S. Paolo, nell’Inno alla carità, che senza la grazia si è come un cembalo che risuona. La nullità e la vacuità del nostro apostolato si riduce a questo: lavoriamo, lavoriamo, lavoriamo, ma non raccogliamo, perché lavoriamo senza Dio. Gli altri non lo sanno, ma noi lo sappiamo e Dio lo sa.

Il Signore ci ha detto che colui che fa l’apostolato, e voi lo fate ogni giorno, colui che fa lo opere di pietà senza la grazia di Dio, cioè nel peccato mortale, è come colui che raccoglie ogni bene ma lo mette in un sacchi sfondati, da sopra mette e da sotto esce; non raccoglie mai niente (cfr Ag 1, 5-6).

Colui che ha il peccato, non odia il male, non lo evita, sembra vivo, ma è morto (cfr Ap 3, 1)

Vincere il peccato mortale è il primo gradino della vita cristiana; non si sale il secondo gradino, che è quello di evitare il peccato veniale e le imperfezioni, né si sale al terzo gradino, che consiste nell’esercizio delle virtù, né si entra nella mistica, quindi nei benefici di Dio, se non c’è la vittoria sul peccato mortale.

 

2. Fare il bene

  La S. Scrittrua afferma che “la grazia vale più della vita” (Sal 62, 4); e anche: “Quanto è preziosa la tua grazia, o Signore”(Sal 35, 8).

La grazia è tanto preziosa che rende preziosa ogni azione, ogni pensiero, ogni parola, perché se c’è la vita della grazia, paragonabile alla linfa vitale, che è la vita di Dio in noi, tutto è prezioso; ma se non c’è questa linfa vitale in noi, niente vale, perché l’abito non fa il monaco. Se non avete la grazia, la vostra Messa non vale niente, il vostro rosario non vale niente, la vostra Liturgia delle Ore non vale niente, tutto il bene che fate e le belle parole che dite non valgono niente, non valgono nulla.

Dice Dio per bocca del profeta Amos: “Che me ne faccio delle vostre feste religiose? Che me ne faccio delle vostre elemosine? Che me ne faccio dei vostri sacrifici? (cf Am 5, 21-22). 

Una sola cosa vi chiede Dio: vivere nella sua grazia, morire al peccato mortale, altrimenti non capirete mai il gesto di Maria Goretti, né capireteil gesto eroico dei nostri martiri, il gesto eroico di Pietro e di Paolo. Tutto comincia col comprendere il valore della grazia; il resto è sovrappiù: cioè è dono di Dio, del quale il Signore si compiace di impreziosire ogni anima che abbia fatto la scelta di non fare il male e di fare il bene. Né dovete pensare che ogni tanto è consentito deviare da questa linea di condotta, perché anche se ti capita di peccare gravemente una sola volta nell’anno, tu con quel peccato distruggi l’anima tua e perdi quello che hai guadagnato negli anni precedenti.

È questo il punto principale. Io non vi chiedo altro che questo: evitate il peccato mortale, perchè il peccato ha ridotto Gesù in quelle condizioni e riduce l’anima nostra un cencio, o peggio, ci riduce a mostri inguardabili, a cadaveri puzzolenti, degni di essere gettati via dalla casa di Dio.

 Un male peggiore del peccato sulla terra non esiste. Questa è la ragione per la quale il linguaggio del Cristo e del cristiano, o di Dio, non collima col linguaggio dell’uomo. Il male per l’uomo è la sofferenza, mentre per Iddio la sofferenza è un bene, è un dono che ci fa guadagnare tanti meriti per il cielo. Per l’uomo il bene è la ricchezza, il piacere, l’onore, mentre per Iddio il bene è l’osservanza dei dieci comandamenti e il male è il peccato.

Dobbiamo entrare nella logica di Dio e parlare con i termini di Dio e con la logica di Dio. Per Dio il male è il peccato, per l’uomo è la sofferenza; ma chi ragiona in questi termini sbaglia, perché Dio è sapienza infinita e non può sbagliare, né ingannare. Allora perché tanta premura per papà e mamma, fratelli e sorelle, quando hanno un male fisico, ma non c’è altrettanta premura quando nell’anima nostra o nell’anima dei fratelli entra in peccato? Andiamo da tutti i dottori quando c’è il male fisico; ma quando c’è il male morale andiamo dal confessore, con la stessa premura con cui andiamo dal medico?

Se il Cuore di Gesù è apparso nel 1700 S. Margherita Maria Alacoque, è apparso per dire: Togliete il male e fate il bene.

La Vergine ogni secolo è apparsa per dirci: Convertitevi, lasciate il male e fate il bene! È questo un ritornello che comincia con le prime parole della S. Scrittura, che si chiama Protovangelo: “Di tutti gli alberi del giardino tu puoi mangiare, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiarne, perché nel giorno in cui ne mangiassi certamente moriresti” (Gn 2, 16-17). Si tratta di vita o di morte!

Vi ricordate come diceva il Signore agli Apostoli? Andate per le vie del Mondo e predicate il Vangelo e risusciterete i morti. Questo miracolo della risurrezione è il miracolo della conversione che fa rivivere il peccatore. Questo è il miracolo che Gesù ha consegnato a tutti i suoi discepoli, ma in modo particolare ai catechisti. Questo miracolo può essere fatto con la preghiera, con la sofferenza, con l’apostolato.

 

  conclusione

 

 Che il vostro apostolato non si allontani mai da questi due concetti: Fare il bene ed evitare il male.

Osservate i dieci comandamenti ed evitate il peccato.